#MusicInTheAir Podcast hosts this week :
SCALA
L’artista protagonista del MusicInTheAir di questa settimana è Scala, nato e cresciuto Sanremo. Ha vissuto un anno a Berlino, diversi mesi ad Amsterdam per poi tornare a Milano dove tutt’ora vive e lavora.
Scala è un artista digitale: game designer di giorno e produttore di musica elettronica di sera e di notte. E’ anche A&r e curatore di Spotify per Wanderlust Vision, un’agenzia creativa che si occupa dello sviluppo e del branding del prodotto sotto forma di piattaforme di eventi ed etichette discografiche.
La sua passione? Catturare le emozioni ed esprimerle in un’armonia equilibrata attraverso i mezzi digitali. Influenzato da Organic House, Downtempo, House, Techno e in parte melodic techno. Racconta: “Nel corso del tempo, ho avuto anche io la mia evoluzione in termini di visione artistica: inizialmente ero un grandissimo appassionato di tutta la scena EDM, quando poi ho iniziato a suonare in eventi di calibro maggiore con artisti derivanti da scene differenti ho iniziato, forse per assorbimento, Uno dei miei più grossi difetti è stare tecnicamente al passo con l’avanzare/aggiornare del mio gusto musicale, ogni 6 mesi bene o male mi si aggiunge un livello. Spesso ho accantonato o dato via progetti che, nonostante fossero molto personali, non erano comunque più in linea con la mia visione, altri invece, li ho messi da parte (archivio idee 😀 ) per riprenderli il giorno che servirà”.
Quando si toglie le cuffie da DJ, tende sempre ad ascoltare di base musica elettronica. Racconta: “Tendo spesso ad ascoltare le mie produzioni o le selezioni che fornisco settimanalmente per le playlist che sto curando. Ho diverse tracce fuori genere, più “commerciali” che ascolto molto volentieri”.
Il suo viaggio è iniziato a Berlino, dove ha vissuto e studiato produzione di musica elettronica alla scuola di musica Dbs.
Durante il suo viaggio ha vissuto e migliorato le sue capacità ad Amsterdam e poi si è diretto verso Milano dove ha avuto i primi contatti con Universal Music, Trap Nation, Elysian e Wanderlust come produttore musicale, sound designer e poi con A&R.
Spiega, riguardo al suo percorso musicale: “Generalmente, sin da piccolo, ho sempre avuto una predisposizione alle materie artistiche, tra queste,la più forte era la musica. Uno dei miei due fratelli è stata la porta d’accesso a tutto questo mondo in quanto grande appassionato e organizzatore d’eventi: come tanti ho iniziato a lavorare nei club come pr, poi, non per centralità ma piuttosto per questioni stilistiche mi proposi come dj poiché credevo che i resident di quel momento della mia zona non erano aperti alle nuove scene, da li creammo un format chiamato “Electro Pleasure” che ha avuto vita per circa 6 anni dove ogni mercoledì d’estate avevamo la possibilità chi chiamare nomi mid high level della scena Edm. Da qui in poi mi trasferirò a Berlino per studiare alla Dbs music e dunque inizia tutto il mio percorso nel mondo della produzione musicale”.
In Wanderlust si è concentrato ancora di più sul suo approccio artistico alla produzione di musica, oltre a migliorare la sua percezione, visione e soprattutto le abilità in generale. Racconta: “Nella scena musicale, oltre al mio progetto artistico, lavoro da 3 anni dentro il team Wanderlust come A&r e produttore e lato coding siamo su un progetto per mobile da oltre 3 anni. Lavoro in ambito sviluppo con un team, realizziamo forniture per agenzie, prettamente ci occupiamo di realizzare ambienti virtuali, creare sistemi multiplayer etc.”.
Ma l’esperienza in qualità di A&r e produttore, prima di Wanderlust, ha potuto maturarla anche presso Cloverthree, agenzia creativa che fa base a Milano per poi appunto spostarsi in Wanderlust, ma con un ruolo molto simile ma potendo trattare il genere di cui è veramente appassionato. Spiega: “Tramite il mio lavoro di scouting, l’azienda investiva su cantanti emergenti per aiutarli a consolidare il loro progetto artistico tramite un re-branding totale (comunicazione, linea sonora etcc.)”.
Essendo stato più produttore che dj, ha comunque suonato in Francia, Italia e Svizzera. Per quanti riguarda i suoi progetti musicali, tanti sono gli stimoli creativi. Racconta: “Idealmente vorrei trovare costanza nelle mie prossime uscite ma nella pratica sono il peggior nemico di me stesso e tendo ad essere estremamente selettivo sulla mia linea sonora tanto da aver preferito in passato cedere molti dei miei progetti per altri artisti (per certi aspetti si è rivelata una mossa corretta) ma ad ogni modo sono positivo per le prossime”. La scorsa estate ha suonato in diversi posti tra Riviera Ligure, Lombardia etc. “Ma per il resto ho passato l’estate prettamente in vacanza con amici e fidanzata :D”, dice.
A proposito di uscite ed etichette, ha rilasciato di recente, lo scorso 11 novembre, il suo ultimo brano “Quaranta” che fa parte di Periodica – Concrete, primo album Wanderlust di cui è stato direttore artistico insieme a Tudor Laurini aka Klaus. Per il futuro invece, la prossima uscita sarà un remix, spiega: “A cui tengo moltissimo e verrà rilasciato tramite Villahangar, da marzo in poi invece.. sono sorprese :)”.
Per i progetti per il presente e l’immediato futuro, porta avanti le mansioni precedentemente citate, “Nello specifico mi sto occupando della schedule 23 e di migliorare le strategie promozionali release dopo release”, spiega.
Con una grande novità per l’anno nuovo ormai alle porte: “Da gennaio invece, entrerò a far parte anche del team Villahangar, sempre focalizzandomi su strategie promozionali, curatore playlist e artista”.
Hai realizzato produzioni come Ghost. Vuoi raccontarcelo? Adesso ti stai dirigendo in un’altra direzione?
Ho avuto modo di firmare quasi tutte le produzioni che ho fatto per terzi, perciò direi più produttore e meno ghost, anche se si, pure quest’ultime sono presenti. Mentre quando ero agli inizi detestavo questo genere di processo, crescendo mi sono reso conto che ci sono tante situazioni che lo richiedono. La ghost rientra nell’ambito dei servizi, come può essere sound branding, soundtracks etc.. Ne ho fatte parecchie ma, i progetti a cui ero più legato, li ho quasi sempre firmati come produttore.
Sei A&R per Wanderlust Vision. Cosa puoi dirci in particolare a riguardo? E la tua esperienza con Wanderlust Vision? Qual è il suo stile come etichetta?
Wanderlust è una realtà composta da circa 16 ragazzi, quasi tutti della stessa età e siamo divisi in tre reparti: recordings, events e product development . Essendo il nostro team, per buona parte, composto da professionisti derivanti da scene differenti come design, moda e comunicazione, abbiamo avuto modo di incrociare visioni ed esperienze diverse e credo che ad oggi il risultato, sia nitidamente percepibile tramite tutta la linea di comunicazione che reputo decisamente fuori dalla linea media della tipica label. Ci da la possibilità di essere un etichetta completamente fuori dal coro e credo sia nitidamente percepibile tramite tutta la nostra linea editoriale .
L’etichetta non ha uno stile definito quanto una moodboard, tendiamo a ricercare brani introspettivi che possano diventare per la nostra fanbase, colonne portanti per viaggi e momenti speciali.
Cosa ne pensi dell’attuale scena musicale del paese in cui vivi? Quali pensi siano le differenze con l’Europa e il resto del mondo?
Credo che in Italia, la nostra cultura elettronica, per quanto stia prendendo sempre più piede, debba farsi ulteriormente spazio. Inoltre vi sono condizioni burocratiche che non favoriscono gli investimenti nel mondo del clubbing da parte di terzi, e per tal motivo i club adatti a questa visione sono ancora pochi. Senza citare città come Berlino (sarebbe troppo facile), credo che nel nord d’Europa la cultura della musicale elettronica sia molto più radicata e rispettata e gli artisti appartenenti a quelle scene ne giovino molto.
Quale evoluzione pensi stia vivendo la musica elettronica sulla scena internazionale?
La musica elettronica, come dicevo precedentemente, si sta facendo spazio anche nella scena pop (vedi l’ultimo brano di Drake realizzato con Blackcoffee, Rampa e &Me) sono positivo a riguardo.
Un’ulteriore apertura di target può essere benefico non tanto per l’aspetto economico (sicuramente gioca la sua parte), quanto per ribilanciare la meritocrazia a favore di numerosissimi progetti elettronici che sebbene siano estremamente qualitativi, non sempre riescono a trovare l’esposizione adatta per dare un senso al loro percorso.
Cosa puoi dirci musicalmente sul tuo Podcast per Villahangar?
Il giorno successivo a quando ho registrato il podcast, mi sono svegliato e mentre facevo colazione mi sono risentito tutto il set minuto per minuto: Mi piace! Lo reputo variegato, energico e caldo come mood, spazia molto tra house, techno, organic house e downtempo. Spero vi piaccia 🙂
#TRACKLIST
01. Afefe Iku – Sista Georgia / Yoruba Records
02. Acid Arab – Soulan (Laolu Remix) / Crammed
03. Adam Port – Noise (&Me Remix) / COCOON
04. Adam Port – Voyage / Play It Down
05. Mosley Jr – Lasso / Moodfamily
06. Don’t Be Afraid (Dj Tennis & Carlita Remix) / Mad Decent
07. Jimi Jules – My City’s On Fire ( Notre Dame Remix) / Innervision
08. Roi Okev – Gosa (Atsou Remix) / Earthly Delights
09. Upercent – Parlem / Kompakt
10. Notre Dame – Set of rules / Bibliotheque Records
11. Gobi Desert Collective – Kamar / Suprematic
12. Stavroz – In Mindibu / Moodfamily