#MusicInTheAir Podcast hosts this week :
MU LAN
Oggi per il Podcast MusicInTheAir su Villahangar debutta Mu Lan, che “sa da dove viene ma non ha idea di dove arriverà”. Nata a Lodi, il tredici ottobre dell’ anno in cui i Radiohead diedero vita ad “Ok computer” ed i Portishead suonarono le note di “Dummy” al Roseland Ballroom di NYC.
Figlia d’arte, di un chitarrista pratico e non teorico da cui ha ereditato passioni e difetti, è nata nella musica. “Non so onestamente dire quale sia stato il mio primo incontro con la musica, dato che cresco letteralmente tra pedali, macchine e dischi, ma posso dirti per certo quando improvviso la mia prima canzone. A poco più di tre anni, non esagero. (Documento per altro ancora disponibile dato che mio padre ebbe la prontezza di registrarmi con un microfono scadente ma indubbiamente funzionale)”.
Agli inizi faceva tutt’altro, con una rock band e suonando con suo padre, facendo vari progetti. “Durante le scuole medie divento chitarrista in una RockBand tutta al maschile, poi l’adolescenza mi inghiottisce e mi risputa, portandomi a distaccarmi dalla mia natura ed a scoprirne altre, nuove, diverse”, racconta.
Dall’adolescenza si è infatti staccata da quel mondo e si è avvicinata al mondo elettronico, iniziando a suonare, in particolare la tech house, introdotta nell’ ambiente musicale in quel momento.
Non appena terminati gli studi, intorno ai diciotto anni, si trasferisce all’estero tra Londra, Ibiza e brevi ma intensi periodi a Berlino.
Ha lavorato con realtà come il Music On di Ibiza al Pacha, Paradise.
Spiega: “Nelle capitali europee mi appassiono al mondo dell’elettronica e del clubbing, imparo a mettere a tempo i dischi con l’aiuto di un amico. Inizio la tanto odiata gavetta, suonando in situazioni assurde per qualche decina d’euro e facendo orari improponibili, nel mentre ballo e svolgo attività di pubbliche relazioni per realtà quali MusicOn, Paradise, Hyte, Mosaic, Pyramid etc fino a quando la necessità di dar spazio alla mia creatività non si fa troppo grande. Il mio posto non era dietro, volevo essere io quella con le cuffie addosso e le mani alzate. A quel punto decido di tirarmi fuori e chiudermi dentro casa (gran bel gioco di parole), torno in Italia e do vita al mio primo progetto elettronico inglese”.
Dopo qualche anno ha infatti iniziato a produrre, affascinata dal mondo progressive e melodic techno. Ha dato così vita al suo primo progetto elettronico, in inglese, portandolo a X Factor. Da lì prova a produrre qualcosa di più italiano, sia sul piano linguistico che delle produzioni, e ne sperimenta un po’, nel mentre, nel 2019 rientra in Italia e si trasferisce a Roma.
Racconta in proposito: “Come ti dicevo, creo il mio primo progetto. Nulla di eccezionale, indubbiamente un punto di partenza. Sonorità più tendenti al dark pop se devo essere sincera. Il patto di sangue con la melodic/progressive techno lo stringerò dopo qualche tempo. (L’amore vero delle volte tarda nell’arrivare, no?).
Dunque porto questo mio esperimento alle selezioni di XFactor nel 2020, ne esco con un gran bel “no” generale ed un invito al conoscere la realtà discografica italiana, lasciando perdere quella straniera. La prendo bene? Assolutamente no. Il primo rifiuto non si scorda mai, e credimi quello mi fece male davvero. Tutto passa, provo per una volta a dare ascolto. (Ora non solo accetto i consigli, ma li apprezzo. Sto forse diventando grande?) Beh, che dire, l’approccio alla scrittura nella mia lingua madre, paradossalmente, si rivela una catastrofe. Mi disorienta e mi porta ad odiare gran parte delle cose che faccio. Dopo qualche mese, però, diventa il mio strumento di comunicazione preferito (aggiungendovi dello spagnolo qua e là perché penso tu l’abbia capito, sono testarda)”.
Ha vissuto molte sperimentazioni: pop, funk, trap, mezzo indie, e ora nell’urban ha trovato la sua dimensione. A settembre 2022 si è trasferita a Milano per delle trattative, ora in stand by. Poi ha avuto la possibilità con un’altra major con cui sta attualmente lavorando, con grande impegno. Attualmente vive tra Roma e Milano. “Scopro generi, artisti, sonorità e nel dicembre 2022 trovo finalmente Muriel, la trasformo in cinque provini e la mando ad etichette, A&R, produttori. Un paio di realtà medio/grandi si interessano al mio personaggio ed alla mia musica, attualmente sono ancora in standby. Non starò di certo qui a spiegarti il mio pensiero a riguardo, non ha senso. Ho capito che nella vita bisogna per lo meno provare ad avere pazienza, costi quel che costi”.
Dal post Covid del 2020 ha continuato a suonare, perlopiù in eventi privati.
Trasferendosi a Milano, al momento è alla ricerca di una residenza, difficile per il suo stile oggi in una Milano dove spopola la tech house/raggaeton. Fa gli after al King Room, e si divide tra il lavoro e lo studio di registrazione.
“Certo, nonostante tutto, continuo a suonare i dischi degli altri. Come tutti, anch’io vengo messa a tacere dalla pandemia e da ciò che ne consegue. Mesi, anni di confusione ed incertezza. Eventi privati principalmente, qualche after, qualche serata. Poca roba. Ciò che faccio in Italia sembra non essere contemplato. E fatico a comprenderne il motivo. Milano é diventata impossibile, le situazioni si fanno sempre più commerciali e sento di non riuscire a trovare il mio posto. Ne soffro? Probabilmente. Ma parliamoci chiaro, a me piace soffrire se no non farei musica. É un lavoro infame, ti toglie tutto dandoti niente eppure ne sei felice. Sceglierei lei altre cento volte”.
Qual è il tuo stile musicale?
Il mio stile musicale? Odio etichettarmi come persona, figuriamoci come artista. E no, non lo dico perché mi è difficile darti una risposta. Ho tantissime influenze, da sempre. Ascolto tanto, davvero tanto, ma mi piace poco. Nella vita faccio pop, dark pop, con qualche accenno urban delle volte ma tendenzialmente mi piace definirmi scura. Ho il sorriso stampato in faccia perennemente, credimi sono propositiva, scherzosa, solare, ma quando suono, quando suono voglio il buio, la luce soffusa, voglio intimità. Mi piace raccontare storie, far piangere la gente ma allo stesso tempo curarla, non farla sentire sola, anche farla ballare perché no. Tanti vedono la mia personalità sdoppiata, non riescono a capire come il mio sia in realtà un mondo solo con diverse sfaccettature. Sono io, quella che di giorno lavora in uno studio davanti ad un microfono raccontando di un amore passato e di sera alza al massimo il gain dell’impianto nel locale. Probabilmente sono sbagliata, sono confusa, sono strana, o forse sono gli altri a non avere la mente abbastanza larga per farvici entrare le cose.
Suoni qualche strumento?
Suono tutto e niente, non ho mai preso lezioni, imparo guardando gli altri. Sono una grande osservatrice, mi piace rubare ciò che la gente esterna senza pensarci troppo. Io al contrario tendo ad essere molto riservata.
Hai artisti preferiti?
Ecco, una domanda a cui mi è difficile rispondere e proprio questa. Artisti preferiti? Ogni volta per me è un dramma. Dai Radiohead per l’appunto a FKA Twigs, dai Moderat ai dEUS. I Beatles, gli AC/DC, Ivano Fossati. ROSALÍA. I National, gli XX, i Subsonica. Poi c’è la scena berlinese com realtà come Kollektiv Turmstrasse o Stil Vor Talent (probabilmente una delle mie preferite in assoluto) o Einmusik, Jonas Saalbach, Innellea, Annet Gapstream. Ma non solo Berlino, anche AFFKT o So Inagawa.
Cosa pensi della scena musicale elettronica italiana?
Cosa penso della scena musicale elettronica italiana? Abbiamo bisogno di più spazio, di più libertà. L’Italia non è pronta. L’Italia é piena di talenti, possibilità. Ma non se ne accorge. Credo che l’Italia sia attualmente uno dei posti peggiori in cui scegliere di fare musica. I cantautori di un tempo, loro sono stati fortunati. Noi no.
Cosa puoi raccontarci del tuo Podcast?
E per quanto riguarda il mio Podcast c’è ben poco da dire e parecchio da ascoltare, circa un’ora. L’ho suonato stanotte, non riuscivo a dormire ma avevo bisogno di respirare. Il mio dj set inizia e finisce con la stessa traccia, così che possa ricollegarsi all’infinito ed essere un ciclo continuo ed interminabile di emozioni, ogni volta diverse tra loro. Un loop che non smette mai di far rumore, un po’ come i pensieri, un po’ come le nostre vite. Mando amore, Mu Lan.
#TRACKLIST
01. TSY – Well Figure It Out / TSY Recordings
02. Einmusik, Dirty Doering – Tipe Lapse / Einmusika Recordings
03. Slow Hearts – Eyepads / All Day I Dream
04. Oliver Weiter – Aboro / Weiter
05. Dee Montero – Machina / Knee Deep In Sound
06. Rauschhaus – Blattgold / Einmusika Recordings
07. Einmusik – Ignition / Einmusika Recordings
08. Marius Drescher, Philipp Kempnich – Faith / Einmusika Recordings
09. Stephan Bodzin – Odyssee / Afterlife Records
10. Ben Böhmer – Fade to Blue / Anjunadeep
11. Ben Böhmer – After Heart / Anjunadeep
12. TSY – Well Figure It Out / TSY Recordings