Continuano i debutti di sempre più nuovi artisti nel Podcast #MusicInTheAir di Villahangar: oggi è il turno di Javi Carmona, nato a Barcellona nel 1981, in arte Ademan.

Fin da giovanissimo si occupa di musica: in casa, sempre musica pop all’epoca. Ma è stato nel 1991 che ha iniziato a svilupparsi il suo gusto per l’elettronica: da quando scoprì l’album “Pump Up The Jam” dei Technotronic, un capolavoro per lui, che gli fece scoprire nuove sonorità, molte delle quali sintetiche e che gli aprì un nuovo mondo a livello musicale.

Ma è stato più tardi, a 16 o 17 anni, che con un amico ha mosso i primi passi nella produzione musicale. Negli anni ha messo da parte la produzione musicale. Racconta: “Perché per mancanza di formazione e conoscenza, non sono mai riuscito a creare un suono che avessi appena identificato”.

Ma è stato allora che scoprì la musica House, che era in pieno svolgimento, tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000. Continua: “Questo momento è molto importante per la mia formazione musicale perché mi sto riscoprendo e reinventandomi in quel senso e coltivando il mio gusto che era troppo segnato da l’influenza di epoche passate. Anche se da giovane non ho mai cercato opportunità di esibirmi dal vivo in locali o locali della zona, ho sempre avuto l’intenzione di farlo”.

Ed è stato non molti anni fa che ha iniziato a formarsi nelle accademie e a dare lezioni personali per migliorare la tecnica sia nel djing che nella produzione musicale.
Nel 2019 ha quindi così iniziato a lavorare in diverse discoteche locali, ma il 2020 con la pandemia, ha fermato tutti quei progetti fino ad oggi.

“Nonostante questo, nel 2020 ho avuto modo di lavorare in altre tipologie di ambienti e luoghi, come i beach club della zona, dove mi sono dovuto adattare musicalmente per creare ambienti e atmosfere che il luogo richiedeva. Per tutto questo sono molto grato e spero che già nel 2021 potremo godere della totale libertà e autonomia che merita il nostro settore, così colpito da questa pandemia”.

Quando e come è stato il tuo primo incontro con la musica?

Quando ero molto giovane, ho scoperto l’elettronica grazie a Technotronic, un gruppo mitico dell’epoca che ha avuto una grande influenza su di me.

Qual è stato l’incontro chiave che ha cambiato il tuo percorso?

Ho sempre avuto un interesse speciale per la musica dance, ma scoprire la musica house alla fine degli anni ’90 è stata la chiave per la mia comprensione della musica elettronica.

A quale genere ti associ e come definiresti il tuo sound?

Mi considero una persona molto eclettica musicalmente. Ho sempre detto che la buona musica è sempre ben accolta, qualunque sia lo stile, ma soprattutto mi piace la minimal, la minimal house o la tech house e la deep house nelle sue versioni più “grezze”. Negli ultimi anni ho scoperto e lavorato su altri stili, come la progressive house, l’afro house, ecc… che attirano anche la mia attenzione.

La musica trasmette emozioni. Quali sono quelle che vuoi trasmettere con la tua musica?

La musica trasmette stati d’animo, ma preferisco che la mia musica sia più club e dance. Non c’è niente di più gratificante nel vedere come le persone si divertono a ballare e sorridere con una sessione di buona musica.

Come nasce il tuo podcast?

A causa o grazie alla pandemia e alla mancanza di lavoro, ho anche deciso di creare nuovi set per i miei follower, così in un modo o nell’altro crei anche la tua identità musicale e la puoi trasmettere ad altre persone.

Cosa significa per te poter diffondere la tua musica con Villahangar?

È un grande piacere che Teodora e Chris mi abbiano offerto di partecipare a Villahangar. È degno di ammirazione che diano opportunità ad artisti emergenti che cercano di avanzare nella loro carriera musicale e che avrebbero molte più difficoltà senza questo aiuto. Gli sono enormemente grato.