#MusicInTheAir Podcast hosts this week :
ALFONSO ARES

L’artista protagonista del MusicInTheAir di questa settimana è Alfonso Arés. Nato e cresciuto in una piccola città di Cuenca, in Spagna, vive tra Madrid e Ibiza.

Ha iniziato il suo percorso nella musica elettronica 15 anni fa, nella scena dei club di Madrid. Le sue parole chiave? Esperienza ed innovazione, maturandole dalle discoteche più piccole ai club famosi in tutta la Spagna, passando rapidamente ai festival e alle grandi produzioni, come Sensation e Goa, che gli hanno permesso di fare il salto sulla scena internazionale.

Il suo è un profondo amore per la musica, con una solida base: una profonda passione per la storia della musica elettronica. Cosa che si evince dai suoi dj set, iniziati con la musica house e poi progrediti profondamente dal punto di vista della tecnologia.

Per Alfonso Arés l’impegno si concentra su ritmo e soprattutto qualità. Alfonso Arés come produttore inoltre ha continuamente perfezionato il suo suono. Il suo lavoro è già stato riconosciuto per il suo stile, che condivide le radici con label Nite Grooves di New York, la Lapsus Music, italiana, e l’olandese Playmobil. Ma anche con la spagnola Regular, la tedesca Klopfgeist o Ghost Highway Recordings. 

Con le sue capacità, e una vasta conoscenza dei diversi stili, ha dimostrato la sua versatilità in studio.

Per quanto riguarda le release, il brano “Tartaro Travel feat. Ehsan Yadollahi” arriverà su Redolent Music tra uno o due mesi. Dice: ““Bloco feat. Siwo” sarà su Inward Records, credo a dicembre. Entrambe in release Various Artists. Ha lavorato con etichette come Animo, Nite Grooves, Prospectives Digital, Lapsus Music, Inward Records, Street King, Polyptych Limited, Suprematic, Highway Records, Playmobil Series, Oh My God! Records, Regular. 

Ha suonato al Vagalume di Tulum, all’Amsterdam Dance Event (ADE) ad Amsterdam, al Boho nella Beach house di Ibiza, all’Akasha Ibiza, al Pareidolia, a Goa e al Playa Padre e Momento di Marbella. 

“Condividerei la consolle che tutti coloro che sono persone buone e gentili, senza etichette”, dice. 

Nel 2014, spingendosi ad un livello superiore, Alfonso Arés ha lanciato “Animo”, etichetta con sede a Madrid che pubblica musica di rinomati talenti, promuove eventi incentrati sulla creazione di un’esperienza unica. Ma non solo: progetta e realizza prodotti esclusivi per professionisti e appassionati di musica, occupandosi del design di cabine professionali per club, dj e home studio: una produzione esclusiva basata su finiture naturali e design innovativo all’insegna di creatività e artigianalità.

www.animosystem.com | www.weareanimo.com

Per quanto riguarda i suoi progetti, dice: “Ho alcune uscite in arrivo su Inward Records e Redolent Music confermate, e nuova musica già finita e masterizzata alla ricerca di etichette da pubblicare. D’altra parte poche settimane fa eravamo all’ Amsterdam Dance Event con il mio progetto Animosystem, dove sviluppiamo furnitures per dj come partner ufficiale. Abbiamo mostrato sei modelli in luoghi ufficiali come Felix Meritis o Brakke Grond durante Ade Pro e Ade Lab e siamo così felici per l’accoglienza che abbiamo ricevuto: è una nuova offerta sul mercato che ha l’obiettivo di democratizzare il proprio spazio musicale offrendo la personalizzazione delle console per dj”. 

E aggiunge: “Per il prossimo anno stiamo preparando una residenza a Tulum con Animo e due uscite musicali su Animo con ottimi remix. Con Animo abbiamo un buon piano di release con brani di Bruno Zarra, remix di The magic cube e Sylva Drums, e Bodaishin & Lupe Republic. Quelle uscite stanno ottenendo ottimi feedback come Sven Tasnadi, Nicolas Masseyeff, Beatamines, Mandy, Nadia, Black coffee, Magic Cacoon, Alex Neri, Dole & Kom o Marco Faraone”.

Per quanto riguarda i dj set, sta infatti programmando una buona stagione a Tulum, con  possibilità di suonare in Brasile, Colombia, Panama e Costa Rica ma non ancora confermate.

Per il suo Podcast per Villahangar, racconta: “Questa volta mi concentro su vibrazioni profonde e underground senza tocco afro, cercando di creare un viaggio ipnotico con guida armonica che parli di un viaggio musicale dall’inizio alla fine del set”.

Come definiresti il ​​tuo stile musicale oggi? E c’erano delle differenze con il passato, un’evoluzione nel tempo?

Domanda difficile, forse può essere Ethnical TECH tra house minimal, afro con tocco groove underground, con un leit motiv ritmico e mentale. Suono dalla mia adolescenza, lo stile ovviamente è cambiato. In questo momento della mia vita posso dire che ho amato lo stile trance degli anni ’90, dopo anni in cui sono stato molto legato all’underground house e alla musica minimal tech, sta diventando una naturale evoluzione della musica che suono oggi, più dal sapore organico, afro ed etnico, supportato da tech groove e linee mentali e ipnotiche.

Quali generi musicali ti influenzano di più e che musica ascolti quando ti togli le cuffie da DJ?

Da lo fi, ambient, dub tech, folk internazionale e successi sulla storia della musica dagli anni ’70 agli anni ’90. Ambient, Dub tech, break ipnotici e folk internazionale.

Quando e come è stato il tuo primo incontro con la musica?

Uffff, mi ricordo che negli anni ’80 ascoltavo molti programmi radiofonici influenzati dai miei fratelli maggiori, ricordandomi di registrare la musica che ci piaceva su nastri e poi questo processo, disintegrala e taglia e incolla manualmente con cellophane e forbici.

I tuoi artisti/dj/produttori di riferimento?

Beh, in fondo amo molti produttori, difficile scegliere qualche nome da scrivere qui anche al giorno d’oggi con tutta l’offerta musicale online ma Volen Sentir, Kellerkind, Sebastien Leger, Taylor, Adam Port.

Cosa ne pensi della scena musicale del paese in cui vivi e quali pensi che siano le differenze con l’Europa?

Al giorno d’oggi sta vivendo un ottimo momento grazie alla produzione musicale. I dj e i club stanno emergendo con una concentrazione continua a Madrid, dove sono più connesso. Amo tutti i paesi e ovviamente li visito, secondo me ognuno di loro ha la sua identità e il suo sapore musicale.

Quale evoluzione pensi stia vivendo la musica elettronica sulla scena internazionale?

Al giorno d’oggi la musica elettronica vive la migliore libertà di pubblicazione in tutta la vita. Vent’anni fa dovevi essere approvato dalle grandi etichette per essere pubblicato da loro in formato fisico, oggi esistono molte piattaforme online e server dove le piccole etichette spingono opportunità per artisti emergenti. Quindi crea un’offerta super grande di musica buona e anche cattiva, essendo ogni volta più difficile trovare quella che stai cercando.